Chidori Ashi

Taisabaki

In moltissime Arti Marziali, uno dei primi argomenti trattati sono i movimenti di base, Tai Sabaki. Forse per questa ragione li si considera, erroneamente, un aspetto elementare se non addirittura trascurabile della pratica. Una volta appresi in maniera meccanica, si finisce per darli per scontati trascurandone il significato nascosto, le molteplici applicazioni e il conseguente perfezionamento.

Per potere agire nel modo corretto, a livello istintivo, ad una situazione inaspettata, bisogna ripetere lo stesso movimento centinaia di volte. Questo concetto è alla base di ogni pratica marziale.

​Lo scopo principale dei Tai Sabaki è quello di permettere al corpo umano di mutare la propria posizione di partenza con naturalezza e con il minimo sforzo possibile. A questo fine, nel corso dei secoli, si sono selezionati determinati movimenti che meglio rispondevano all’esigenza.

In natura, gli animali, hanno seguito lo stesso principio per percorrere la linea evolutiva più efficace. Non stupisce, pertanto, che molti maestri di arti marziali ne abbiano tratto spunto per creare i propri spostamenti di base.

Oggi ne analizzeremo uno specifico il Chidori Ashi o passo del Piviere.

Il Chidori Ashi nel Katori Shinto Ryu

Il Piviere é un piccolo uccello della famiglia delle Charadrinae, una sorta di piccolo trampoliere diffuso in tutto il mondo. 

Il nostro interesse etologico per questo volatile è relativo al caratteristico modo di spostarsi che è stato preso come spunto per uno dei Tai Sabaki della nostra scuola. Leggendo il Mokuroku del Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu si possono trovare almeno due kata contenenti questo fondamentale:

Zengo Chidori no Tachi (kata di Tachi-Iai: per schivare un attacco alle spalle, con un passo d’incrocio, si esce dalla linea di taglio)

Yuki Ai Migi Chidori no Tachi  (kata di Tachi-Iai: per schivare un attacco frontale si esegue un rapido spostamento laterale)

Chidori Ashi uscita laterale
Esempio di Chidori Ashi vista frontale

​Con Chidori ashi si intende un particolare modo di camminare associabile a quello di una persona barcollante. Una gamba viene fatta incrociare lateralmente permettendo sia di schivare un possibile attacco frontale, sia di spostarsi rispetto alla direzione precedentemente intrapresa. Il peso viene spostato rapidamente di lato, come se si stesse cadendo, il tallone si alza per mantenere l’equilibrio mentre le spalle rimangono in linea fino al successivo passo. Questo movimento consente una grande varietà di utilizzi ai fini marziali. 

Non sempre, però, deve essere inteso come un passo d’incrocio. A volte il Chidori-ashi si utilizza per un rapido spostamento laterale, oppure un modo per avanzare frontalmente (Ayumi Ashi) o per indietreggiare (Ushiro Ashi) senza dover cambiare l’allineamento delle anche.

​ In pratica il Chidori puo’ servire per schivare e tagliare, ma anche per cambiare fronte d’attacco uscendo dalla linea di taglio dell’avversario.

Il Chidori come elemento decorativo

Un altro spunto interessante sul Chidori è l’utilizzo decorativo.

​Uno degli aspetti piu’ noti della cultura giapponese è l’attenzione ai dettagli. Questo diventava ancora piu’ importante quando si trattava di estetica.

Armi e armature, oltre ad essere strumenti di guerra, erano anche un mezzo per dimostrare uno status sociale o un’appartenenza ad un clan. Per tali motivi venivano riccamente decorate. Dietro a questi abbellimenti spesso si celava un panorama di significati sottesi e nascosti, che molte volte richiamano ad una sfera spirituale complessa e profonda. I temi utilizzati erano variegati, da semplici figure vegetali o animali di significato filosofico nella mitologia giapponese come la gru, il drago, il corvo, i fiori di ciliegio, la peonia etc, a veri e propri racconti di episodi successi.

Molto spesso si trovavano come decorazioni i mon, cioè simboli della famiglia o del clan a cui appartenevano, una sorta di araldo familiare occidentale.

Queste decorazioni erano presenti sia sulla laccatura dell saya che in tutti i gioielli della spada.

Il Chidori aveva il significato di longevità e di buon auspicio. Una delle possibili spiegazioni viene fatta risalire alla similitudine tra il grido di questo volatile. caratterizzato dal suo “chiyo”,  e il suono delle sillabe giapponesi chi e yo, che unite possono avere il significato di “mille generazioni”. 

Il Chidori negli Haiku

L’Haiku (俳句 ) è un componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo, una brevissima poesia formata solo da tre versi, è una poesia di concentrazione ed ha caratteristiche molto precise.

Nell’Haiku classico i versi sono formati da un numero preciso di sillabe. Il primo verso contiene cinque sillabe, il secondo sette sillabe, il terzo verso di nuovo cinque sillabe. Un totale dunque di diciassette sillabe. 
All’origine i contenuti dell’Haiku erano la natura, i sentimenti e le emozioni del poeta nei confronti della natura.

Il famoso poeta di Haiku , Issa (1763-1828) si riferisce spesso al piviere nella sua poesia: 

芦火たく盥の中もちどり哉

ashibi taku tarai no naka mo chidori kana

even in the tub
where reeds are burning…

a plover!

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